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INFORMAUTISMO N° 11 - ANNO 2005, maggio-agosto

LE PREFERENZE UDITIVE PERMETTONO UNA DIAGNOSI PRECOCE DI AUTISMO E NUOVE PROSPETTIVE DI TRATTAMENTO
1995-2005 Yale Daily News Publishing Company

(di Victoria Katsarou - ottobre 2004)

Le ricerche condotte presso la Clinica per le Disabilità dello Sviluppo di Yale promettono di rivoluzionare l'approccio clinico all'autismo attraverso nuove opportunità di diagnosi precoce del disturbo e un modo del tutto nuovo di concepire e trattare questa condizione.
Rhea Paul sta tentando di comparare le preferenze uditive dei bambini con autismo a quelle di bambini della stessa età appartenenti ad altri gruppi. In un esperimento in due parti Rhea Paul ha sottoposto agli stessi stimoli uditivi 30 soggetti affetti da autismo e 30 non affetti di età compresa tra 18 e 36 mesi , allo scopo di distinguere in quale misura i bambini autistici mostrano le stesse preferfenze degli altri per i suoni.
Secondo Rhea Paul, all'età di sette-dieci mesi i bambini normalmente "si sintonizzano sul linguaggio che stanno imparando e mostrano una preferenza verso quegli specifici tipi di strutture sonore che stanno cercando di apprendere".

Nella prima parte dell'esperimento i bambini sedevano in braccio alla madre in una cabina mentre suoni diversi venivano trasmessi dai due lati. Le madri indossavano delle cuffie, in modo da non influenzare le reazioni dei bambini ai suoni. La Paul ha misurato quanto spesso e quanto a lungo i bambini giravano la testa in direzione di quelle strutture sonore che assomigliavano al linguaggio parlato.
I bambini con autismo mostravano una preferenza per le strutture sonore simili al linguaggio, ma reagivano più debolmente degli altri bambini. Inoltre, i bambini autistici mantenevano la testa girata nella stessa direzione per un periodo di tempo molto più lungo.

La Paul ha anche misurato l'entità del tempo in cui i bambini si concentravano su un linguaggio in cui le pause erano normalmente situate alla fine di periodi o frasi, rispetto ad un linguaggio con pause anomale. Di nuovo, le preferenze dei bambini autistici erano molto simile a quelle dei normali, ma molto più deboli. "La distinzione fra questi due tipi di linguaggio è un'abilità importante: rappresenta una delle modalità attraverso le quali i bambini imparano la grammatica", dice Rhea Paul ­ "Questi risultati di mostrano che i bambini autistici non hanno alcun difetto nelle loro potenzialità di base per analizzare il linguaggio. Possiedono gli strumenti, ma sono incapaci di dedicare lo stesso tempo ad ascoltare".
La scoperta getta nuova luce sul modo di affrontare l'autismo. Storicamente, i ricercatori si sono concentrati soprattutto sulle capacità di linguaggio dei bambini con autismo. Ma esporli al linguaggio risulta più utile che tentare di farli parlare. "Parlargli semplicemente di più non gioverebbe. Quando il bambino vi guarda mentre parlate, bisogna dargli qualche forma di rinforzo per catturarne l'attenzione."

Questi risultati, suggerendo una modalità di misura delle diverse preferenze uditive manifestate dai bambini autistici, potrebbero contribuire ad una diagnosi precoce del disturbo. Ami Klin, co-direttore della Clinica per le Disabilità dello Sviluppo presso il Child Study Center di Yale, ha identificato nella possibilità di diagnosi precoce il contributo più importante dell'esperimento.

"La preferenza del bambino per i suoni del linguaggio rispetto ad altri runori ambientali è uno dei meccanismi più importanti di socializzazione," dice Klin "Sapevamo che i bambini con autismo nascono senza attenzione prefernziale. L'inghippo era come misurarlo. Riuscire a misurarlo può potenziare i risultati del trattamento. Prima identifichiamo i bambini con autismo, prima possiamo iniziare il trattamento e migliore sarà la risposta che otterremo.."

Rhea Paul, Ph.D.
Diplomata in logopedia alla Brandeis University, ha conseguito un Master alla Harvard Graduate School of Education, e il dottorato Ph.D. presso la University of Wisconsin a Madison. Ha pubblicato oltre 50 articoli, e ha scritto 5 libri sui disturbi dello sviluppo del linguaggio nei bambini. E' membro dell' American Speech-Language Hearing Association, e detiene incarichi complementari presso la Southern Connecticut State University, dove è docente di Disturbi della Comunicazione, e presso lo Yale Child Study Center, dove svolge attività di ricerca sull'autismo e i disturbi correlati.

Gli articoli originali in lingua inglese e altri aggiornamenti sono reperibili sul sito:
http://info.med.yale.edu/chldstdy/news/index.html

Yale Daily News Publishing Company


NOTA: Questo articolo e' disponibile anche in formato PDF , cosi' come pubblicato nella rivista.

© Autismo Italia onlus


AUTISMO ITALIA
organizzazione di rappresentanza di Persone con Autismo, confluita nella Federazione Nazionale F.A.NT.A.SI.A.