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INFORMAUTISMO N° 13 - ANNO 2006, gennaio-aprile

Pubblichiamo una breve sintesi del progetto P.R.I.S.M.A. inviato dal prof. Gianfranco Vitale, socio di Angsa Piemonte, scusandoci per i sostanziali tagli operati al progetto per motivi di spazio.
(di Gianfranco Vitale, ANGSA Piemonte onlus)

Con riferimento all’anno scolastico 2001-2002, i bambini diagnosticati autistici o psicotici nelle
scuole pubbliche italiane, in base alle rilevazioni dei CSA, tratte dalle diagnosi ufficiali dei
Servizi Sanitari, sono stati complessivamente 8.062: 140 casi circa per milione di abitanti.

L'integrazione scolastica
Le situazioni connesse all’autismo sono molteplici e vanno affrontate, di volta in volta, come dinamiche differenti, in un’ottica di specificità. E’ giusto attendersi risposte complesse da problematiche composite, quali certamente sono quelle che appartengono alla suddetta patologia.
Le Linee Guida Nazionali della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile (SINPIA) sottolineano la necessità di definire in modo dettagliato e in anticipo:
a) i contenuti dell’intervento, che deve comprendere attività individualizzate costruite sulla base della valutazione del bambino;
b) le modalità di strutturazione dell’ambiente, in quanto la collaborazione da parte del bambino e la sua possibilità di apprendere dipende in modo sostanziale da come le attività, il tempo e lo spazio vengono strutturate visivamente.

A queste condizioni, e solo a queste, “integrazione” vuol dire facilitare la socializzazione, creare esperienze significative, ampliare le capacità comunicative, favorire l’autonomia personale e l’autostima. Pur all’interno di un contesto che prevede una quotidianità di incontro e confronto con i coetanei, il programma individuale dovrà essere calibrato sui bisogni del bambino con autismo nelle diverse età: in particolare, il programma dovrà essere centrato: a) in età più precoce, allo sviluppo della capacità di attenzione, di comunicazione (verbale e non verbale), di utilizzo di simboli e di modulazione degli stati emotivi; b) nelle età successive, al miglioramento dell’interazione sociale, all’arricchimento della comunicazione funzionale ed alla diversificazione degli interessi ed attività (SINPIA 2005).

L’inserimento di allievi autistici nelle classi non costituisce un’opportunità di per sé sufficiente a promuovere il conseguimento di competenze sociali e comunicative o a favorire lo sviluppo cognitivo ed emozionale, qualora non sia sostenuto da un progetto educativo individuale adeguato.

Metodologie
Come evidenziato dal Professor Lucio Cottini ("L’integrazione scolastica del bambino autistico”. Carocci, Roma") attraverso l’attenta analisi della quale è autore, ai fini della promozione di una reale e proficua integrazione scolastica è opportuno prendere in considerazione:

  • a) gli obiettivi individualizzati rapportati a quelli della classe;
  • b) la risorsa compagni;
  • c) le nuove prospettive della didattica speciale.
  • Obiettivi individualizzati e obiettivi della classe
    La possibilità di trascorrere parte del tempo in classe, svolgendo attività simili a quelle dei compagni, risulta facilitata se si riescono ad adattare, o quanto meno avvicinare, nei casi più difficili, gli obiettivi individualizzati a quelli curricolari.

    Per il soggetto autistico tutto ciò rappresenta un'importante obiettivo relazionale… Strutturare la capacità di rimanere in ambienti poco prevedibili, mantenendo un comportamento non destabilizzante è, infatti, una meta educativa di notevole rilevanza.
    … Altri obiettivi, molto specifici e funzionali (in quanto mirati all’acquisizione di abilità che faciliteranno lo svolgimento di attività integrate), fanno parte – invece
    – della programmazione più personalizzata, che prevede che alcune attività differenziate siano svolte all’interno del contesto integrato (di conseguenza occorre prevedere spazi per la lettura individuale, per il lavoro di videoscrittura o di ricerca al computer, per i lavori manuali, ecc.) e altre all’esterno della classe.
    … Lo spazio per l’attività individuale dovrebbe essere preferibilmente organizzato secondo i principi dell’insegnamento strutturato, propri dell’approccio TEACCH, i cui connotati, ampiamente condivisi dalla stessa O. M. S., devono essere fatti propri dalla rete istituzionale e sanitaria che si crea sul territorio. Si
    realizza, così, una presa in carico globale dei soggetti con autismo attraverso una risposta univoca che coinvolge i vari servizi...

    a. La risorsa compagni
    I compagni di classe possono attivare sequenze di interazione in grado di facilitare fortemente la crescita sociale dell’allievo autistico.
    … Si rende pertanto necessario un loro coinvolgimento attivo, attraverso la sensibilizzazione nei confronti di tematiche, che per la loro complessità, devono essere affrontate con modalità e strumenti adeguati se si vogliono “capire” le problematiche di chi si comporta diversamente dal resto della classe. … In generale si possono, comunque, individuare una serie di accorgimenti atti a facilitare forme di aiuto e sostegno da parte dei compagni:
    - indicare abilità facilitanti la relazione;
    - programmare situazioni di tutoring;
    - lavorare alla creazione di un clima non competitivo per attivare esperienze di apprendimento comune.

    b. Nuove prospettive della didattica speciale
    Per una didattica che vuol “farsi” speciale, allo scopo di soddisfare il più efficacemente possibile i particolari bisogni dei soggetti autistici, è indispensabile:
    1) promuovere in classe la conoscenza dell’handicap e dei deficit correlati; 2) avvalersi delle nuove tecnologie informatiche; 3) utilizzare le metodologie educative e didattiche messe a punto specificamente per i bambini con autismo.

    Promuovere la conoscenza dei deficit e dell’handicap in classe
    … Soprattutto con il soggetto autistico questo aspetto riveste un’importanza determinante, in quanto è necessario che i compagni capiscano che alcune particolarità comportamentali, quali le scarse relazioni sociali o eventuali atteggiamenti aggressivi, non sono dovuti a “cattiveria” o a volontà di offendere, ma
    rappresentano le conseguenze di un deficit.
    Per approfondirne la conoscenza si possono utilizzare approcci diversi: da semplici spiegazioni degli aspetti principali della sindrome, alla visione di trasmissioni
    televisive sull’argomento o di film che hanno presentato mirabilmente storie riferite a persone autistiche, alla lettura e commento di biografie di autistici di alto livello, fino allo studio scientifico delle conoscenze ad oggi disponibili dell’autismo. Le stesse testimonianze di genitori di ragazzi affetti d’autismo, raccolte
    verbalmente o attraverso la scrittura di libri, possono utilmente elevare i livelli di conoscenza di ognuno.

    L’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche
    … Si nota molto spesso che gli allievi sono motivati all’interazione con il computer, il quale permette di focalizzare l’attenzione per tempi prolungati su alcuni
    compiti facilitando la gestione di esercitazioni in maniera autonoma. E’ sicuramente necessario fare riferimento a tecniche e software particolari in relazione
    agli obiettivi che vengono perseguiti…

    Utilizzare le metodologie educative ducative e didattiche messe a punto specificamente per i bambini con autismo.
    La conoscenza delle metodologie educative e didattiche validate dalla ricerca internazionale è indispensabile per la messa a punto e la realizzazione di un programma educativo individualizzato. In particolare, è auspicabile che tutti gli insegnanti che hanno alunni con autismo conoscano:
    a) le metodologie educative e didattiche utilizzate all’interno del Programma TEACCH;
    b) le strategie di Comunicazione Aumentativa e Alternativa applicata all’autismo;
    c) le tecniche di valutazione e intervento per la gestione dei problemi di comportamento.
    ….
    Linee Guida fondamentali
    Uno degli obiettivi del Progetto coordinato in Rete, che si fonda su un percorso di cura individualizzato e su un programma psicoeducativo condiviso tra
    Famiglia, Scuola e Servizi, è quello di favorire la generalizzazione di abilità e competenze rilevate nella Valutazione Funzionale iniziale (che dovrebbe
    prevedere l’uso di strumenti specifici come le scale Vineland , il PEP-R e l’AAPEP).….

    Per saperne di più, contattate l’autore del progetto Prof. Gianfranco Vitale (email)


    NOTA: Questo articolo e' disponibile anche in formato PDF , cosi' come pubblicato nella rivista.

    © Autismo Italia onlus


    AUTISMO ITALIA
    organizzazione di rappresentanza di Persone con Autismo, confluita nella Federazione Nazionale F.A.NT.A.SI.A.