Ritorna alla HOME PAGE

Presentazione
Chi siamo
Lo statuto
Informautismo
Come iscriversi
Come abbonarsi
L' Autismo
Progetti
Convegni
Documenti
Autisme-Europe
Associazioni affiliate
Contatti
Links
Abbonati ad Informautismo
il periodico di
Autismo Italia 
Congresso Autisme Europe a Catania - 2010
Sito internet della Federazione nazionale FANTASIA
Federazione delle Associazioni Nazionali a Tutela delle persone con Autismo e Sindrome di Asperger

Utente

Password


INFORMAUTISMO N° 15 - ANNO 2006, settembre-dicembre

Editoriale: Bullismo fa rima con autismo ?
(di Donata Vivanti)

Bullismo fa rima con autismo?

I fatti sono ben noti: un gruppo di odiosi bulletti di periferia minaccia e malmena un compagno di scuola disabile, in classe, nel divertimento o quanto meno nell'indifferenza dei compagni.
Non basta: lo "scherzo" e' troppo divertente e ben riuscito per tenerselo per se', cosi' la bravata viene immortalata su un video e diffusa via Internet. Cosi' anche gli altri potranno farsi quattro risate su terrore e l'umiliazione della vittima.

Il bullismo a scuola nei confronti dei piu' deboili, siano essi compagni disabili o semplicemente piu' vulnerabili, magari semplicemente perche' educati ad aborrire la violenza e la sopraffazione, non e' certamente una novita': data da alcuni anni fa lo studio condotto sul fenomeno dal World Program for Mental Health, che produsse un rapporto, al quale contribuimmo gia' allora segnalando la particolare vulnerabilita' degli alunni disabili, ed in particolare di quelli con disabilita' intellettiva. Un rapporto a quanto pare mai diffuso o addirittura ignorato dalle nostre autorita' scolastiche, che dal bullismo si ritenevano immuni, contro ogni evidenza.

Ci voleva l'odioso episodio della scuola di Milano per ricordarlo, anche se, dopo il solito coro di voci indignate, di come sia andata a finire la vicenda non si sa nulla. Non si sa se i responsabili siano stati puniti con la sospensione, perche' gia' i loro genitori vi si ribellavano, come se perdere un anno di scuola fosse una pena eccessiva in confronto ad una "ragazzata".

Perche' una disabilita' intellettiva fa di una persona un oggetto di scherno: non e' forse vero che gli insulti che si possono dire e anche scrivere senza essere accusati di volgarita' ("cretino" "ědeficiente") derivano da antiche diagnosi di menomazioni psichiche?

Come al solito, le voci a giustificazione dei piccoli teppisti non sono mancate, cosi' come non si sono fatti attendere il gioco dello scaricabarile (colpevole e' la scuola, la televisione, la societa', tutti noi, che equivale a dire che nessuno e' colpevole) e la fiera delle banalita', del genere "bisogna prevenire, non punire", anche se nessuno sembra sapere con chiarezza in che cosa questa prevenzione dovrebbe consistere.

Invece i colpevoli ci sono, sono ragazzi abbastanza maturi per usare con disinvoltura strumenti tecnologici, ma non per distinguere lo scherzo dall'abuso, il cameratismo dall'omerta', l'allegria dalla crudelta'.
Perche' una sospensione? "Mia figlia avrebbe accettato di cuore di essere assegnata ad un servizio civile, che avrebbe svolto di buon cuore", pare abbia detto la madre della ragazza che ha filmato e diffuso via Internet l'episodio.
Quale cuore puo' avere chi trova divertente la sopraffazione dei piu' deboli? E quale servizio civile puo' giovarsi di personaggi di tale squallore?
I genitori che giustificano e difendono sono doppiamente responsabili, nei confronti della vittima e dei carnefici, che senza punizione continueranno a credere alla propria innocenza, senza ne' rimorso ne' riscatto.

Vero e' che la scuola, intesa come singolo istituto scolastico, ma anche come sistema educativo, ha gravi responsabilita'. Il concetto stesso di integrazione scolastica non e' poi quel fiore all'occhiello che l'Italia millanta. Integrazione infatti significa accettare chiunque nel proprio ambiente. E' come dire: ti accetto, purche' tu ti adegui a come sono io, e se non ti adegui, se sei troppo diverso, allora non tocca a me, ma a qualcun altro rispondere alle tue necessita'. E visto che sei qui, la tua diversita' la metto alla berlina, semplicemente perche' posso farlo impunemente, visto che tu non sei capace ne' di ribellarti ne' di raccontarlo.

I cittadini disabili non hanno bisogno di integrazione, ma di inclusione, cioe' di essere accolti nella collettivita' per mezzo di azioni di discriminazione positiva, ovvero di tutti gli adattamenti necessari a garantire loro pari opportunita'. La nostra scuola e' ben lungi dall'essere in grado di realizzare l'inclusione dei disabili intellettivi, e particolarmente degli alunni con autismo, che richiedono strategie díinsegnamento specifiche e solide competenze pedagogiche da parte degli insegnanti.
Ma gli insegnanti queste competenze non le hanno, cosi' come non hanno strumenti per affrontare e gestire il bullismo a scuola.
I maldestri tentativi di integrazione dei disabili intellettivi basati sullí'mprovvisazione e sulla faciloneria denunciano una mancanza di rispetto che gli altri alunni ben presto imparano e mettono in atto, e rischiano di mettere in discussione il diritto all'inclusione delle persone disabili.

Tuttavia non bisogna dimenticare che in un ambiente segregante, come le scuole speciali, le persone piu' vulnerabili sono ancor piu' esposte agli abusi, per la semplice e triste ragione che e' possibile esercitarli impunemente e senza testimoni nei confronti di chi non sara' mai in grado di denunciarli.
Ne' l'integrazione ne' la segregazione potranno mai proteggere i nostri figli con autismo dagli abusi, ma solo una cultura diversa, ispirata al diritto ed al rispetto di ogni essere umano.


© Autismo Italia onlus


AUTISMO ITALIA
organizzazione di rappresentanza di Persone con Autismo, confluita nella Federazione Nazionale F.A.NT.A.SI.A.