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INFORMAUTISMO N° 10 - ANNO 2005, gennaio-aprile

Inclusione o abbandono?
Malintesi e malafede alla base della drammatica situazione delle persone adulte con autismo.

(di Donata Vivanti)

Il processo di deistituzionalizzazione iniziato a partire dagli anni 70 negli USA, e concretizzatosi in Italia con la legge 180 per la chiusura degli ospedali psichiatrici, pur rispondendo ad una irrinunciabile priorità degli utenti e delle famiglie, non ha talvolta prodotto i frutti sperati.

Da un lato il progetto europeo "Included in Society", di cui Autisme Europe è stata partner, ha evidenziato l'esistenza di centinaia di grandi istituti residenziali per disabili, e in particolare per disabili intellettivi, in cui non è raro vedere calpestati i diritti e la dignità degli utenti.
Dall'altro, il costo del supporto necessario a garantire la deistituzionalizzazione dei disabili gravi è stato largamente sottostimato.

Spesso è per ragioni puramente economiche, e non, come si vorrebbe far credere, in nome dell'inclusione, che non sono stati realizzati e non si realizzano in numero sufficiente servizi residenziali di qualità alternativi ai grandi anacronistici istituti, delegandone la cura alle famiglie, a dispetto della loro evidente impossibilità di garantire un'educazione permanente, una formazione professionale e prospettive di lavoro e di vita indipendente a adulti tanto pi ù bisognosi di un supporto specifico, intensivo e continuativo quanto maggiore è la complessità delle loro necessità.

L'inclusione rappresenta un valore che le associazioni delle persone disabili e delle loro famiglie sostengono fortemente, ma richiede un percorso abilitativo specifico e permanente, e non dovrebbe in ogni caso essere fraintesa o travestirsi da pura ideologia, da usare come alibi per negare alle persone con autismo il supporto, i percorsi riabilitativi e i servizi indispensabili per raggiungere dignità e indipendenza dalla famiglia in età adulta.

Delegare alla famiglia la cura della persona adulta con Autismo non ne promuove l'inclusione, al contrario di fatto estende l'esclusione a tutto il nucleo familiare, e condanna la persona con Autismo ad un costoso quanto inutile e inadeguato internamento nel momento in cui resterà priva dell'aiuto familiare.

Predisporre soluzioni di vita adeguate prima del venir meno dell'aiuto familiare, prevenendo il ricovero in grandi istituzioni residenziali da una parte e l'abbandono dall'altra, richiede una volontà politica e incentivi economici.

Tuttavia le persone con autismo appartengono, come tutti, alla società, e le risorse necessarie per assicurare loro una vita dignitosa e appagante come quella di chiunque altro non dovrebbero essere viste come uno spreco, ma come un investimento per una società migliore

(In questa pagina:
adulti con autismo impegnati in attività quotidiane presso la Comunità residenziale terapeutica "L'Abri Montagnard", Osse en Aspe, Francia.)


NOTA: Questo articolo e' disponibile anche in formato PDF , cosi' come pubblicato nella rivista.

© Autismo Italia onlus


AUTISMO ITALIA
organizzazione di rappresentanza di Persone con Autismo, confluita nella Federazione Nazionale F.A.NT.A.SI.A.